lunedì 21 marzo 2011

Laudato sì, mì Signore per sora nostra amata birra.


Eh si, sembra proprio che a dire "laudato sì, mì Signore per sora nostra amata birra " sia proprio lui, il poverello d'Assisi, San Francesco. Anche se morto ormai da secoli ( nel 1226 per l'esattezza ), il suo spirito continua a sentirsi là, dove visse gran parte della vita. Stiamo parlando del parco del monte Subasio. Questo monte , sin dal X sec. A.C., ha assunto un carattere di sacralità e misticismo, per la gente dell'umbria e non solo.Questa vasta area, di cui fa parte anche la città di Assisi ( le sue mura sono costruite con la pietra bianca e rosa di questo monte ) viene chiamata anche con il termine del monte di Assisi, tanto vivono l'uno verso l'altro, in una sorta di stretta simbiosi. E' un unione che si percepisce appena ti inoltri tra i suoi boschi e i suoi sentieri. Cammini tra il suo verde ed hai quasi l'impressione di trovarti all'interno della Basilica di San Francesco. Questo parco è un'area di natura protetta che dagli oliveti delle pendici, sale ai boschi di cerri, carpini, ornielli, aceri e roverelle, fino ai prati e ai pascoli della sommità. Nel suo interno il patrimonio storico artistico è di immenso valore. Non solo Assisi e Spello ( località da noi tutti conosciute ) , ma abbazie, castelli, piccoli borghi fortificati ed antichi monasteri. E proprio di uno di quelli che vi voglio parlare. L'antico monastero di San Biagio.
Costruito intorno all'anno mille, sui resti di un altare pagano per dare ospitalità agli appartenenti all'ordine dei cavalieri templari, l'antico monastero è conosciuto sin dagli inizi del 1300 quale canonica Ecclesie San Blasii. Alla fine infatti dell'epoca del templarismo, diventò una canonica dove ospitare monaci e pellegrini provenienti dal nord Europa e diretti, a piedi per devozione e penitenza , a Roma e successivamente in terra santa. Caduta in stato di abbandono è stata recentemente riportata al suo antico splendore grazie un accurato restauro durato otto anni nel pieno rispetto della storia del monastero.Ora è diventato il Relais San Biagio. Finestre a ogiva, possenti travature, architravi con richiami pagani templari e benedettini. Sui suoi muri sono scolpiti un trigramma di San Bernardino del 1427 e il simbolo Tau dei templari. Forse è stato tratto da uno di questi simboli il logo che rappresenta i prodotti di San Biagio, compresa la famosa birra. Chi può dirlo, cercherò di scoprirlo la prossima volta che andrò.
Ora l'antico monastero di San Biagio fa parte di un'azienda agricola e biologica di 50 ettari.
Già dal 1333 in questo luogo uomini sapienti coltivavano i preziosi tesori della madre terra.
Ora i monaci non ci sono più, anche se in qualche modo continuano a vivere in questi luoghi, grazie alle loro tradizioni  sopravvissute  attraverso vecchi scritti e ricette rimaste negli antichi archivi del convento. E come non poteva essere il contrario.............. Quando si ama tanto qualcosa, quel qualcosa rimane anche dopo la nostra morte no ?
E così dopo secoli è tornata a vita nuova anche la birra monasta, la bevanda che i pellegrini portavano con se nei loro viaggi. Tratta da antichi libri e seguendo accuratamente la ricetta madre è la prima birra monastica in Italia e come nei vecchi tempi vuole rappresentare nutrimento e ristoro.
Dopo la prima fermentazione in tini, viene imbottigliata e posta a rifermentare.Le materie prime poi sono essenziali all'ottimo risultato finale di questa birra. Orzo biologico di provenienza locale, acqua di Nocera Umbra , luppoli selezionati e lieviti migliori.
La tipologia della birra, appunto monasta, stà a significare una birra ispirata alla tradizione di produzione da parte di laici nelle immediate vicinanze di monasteri seguendo gli antichi insegnamenti dei Mastri birrai monaci.
La Monasta di San Biagio è di colore ambrato, arricchita con miele e alloro ( sette foglie per bottiglia ) della propria tenuta.
Altre quattro birre sono state ideate dal nuovo microbirrificio.
La Verbum, tipologia Weizen, di colore velato, con profumo di frutta, banana e vaniglia sul finale. Frizzante e molto fresca. Adatta come aperitivo e con piatti di pesce.
Il suo nome la dice lunga Verbum, in latino significa Verbo e descrive in modo significativo la caratteristica di questa birra.Una bevanda che apre al dialogo.
 La Gaudens, tipologia Pils, di colore chiaro, velato. Il bouquet che si percepisce è piacevole con varie profumazioni di malto e luppolo. In evoluzione , un pò di tostato. E' una birra dalla schiuma fine, compatta e aderente al punto che ogni sorsata ( se il bicchiere è ben sgrassato ) lascia un anello sul vetro. Come dice il nome latino Gaudens, vuole essere una birra che apporta gaudio e gioia. Un classico da assaporare con la pizza e primi piatti come carbonara e ragù bianchi.
La Ambar, tipologia Dark Ale, di colore scuro definibile come tonaca di frate ( tanto per rimanere nell'ambiente ). L'aroma è una scoperta di toni caldi di caffè e caramello. Ottima come fine pasto, con dessert sopratutto al cioccolato.
A  questa gamma di quattro birre, se ne aggiunge una stagionale.
La Noel è una  birra natalizia, di colore ambrato, con riflessi ramati.






L'artefice di tutto questo" ben di Dio" è lui il mastro birraio 
Giovanni Rodolfi.
Ex manager di punta della Heineken Italia, lo ritroviamo qua in questa oasi di pace. E' proprio vero come l'hanno definito nel blog di Birragenda " cambio vita e anche birra ". Te ne accorgi subito quando entri nel microbifficio ( dove micro stà per micro veramente ).
Lo intravedi tra tini e cisterne come se fosse " uno gnomo nel suo bosco ". Più che un microbirrificio lo descriverei come un microcosmo, con tutti gli elementi nella giusta portata di mano. Ti giri attorno e rimani stupito di quello che si può fare 
con poche persone. Si capisce in un attimo che non serve grandi imprese per fare grandi cose. A volte servono di più pochi uomini con grande cuore, come quelli che ho incontrato nella mia gita fuori porta a San Biagio. Entri in un minuscolo locale e tutta la passione per la birra è concentra in quei quattro muri. I ritmi sono frenetici, solo il tempo di degustare una birra. Ma non fa niente la fase dell'imbottigliamento deve andare avanti. Il motore non si deve fermare. Non importa Mastro Giovanni, non ti preoccupare, solo il tempo per qualche foto e poi ce ne andiamo come è giusto che sia.in punta di piedi, come siamo arrivati. Tanto è bastato uno sguardo rapido per portare via tante emozioni  e belle sensazioni. Torneremo sicuramente. A presto Mastro birraio.


































Salute a te Mastro birraio a presto!
E grazie ancora.

6 commenti:

  1. Quei luoghi che definirli straordinari è poco... ho avuto la fortuna di ammirarli tanti anni fa e vorrei tanto ritornarci, prima o poi! Leggendo le caratteristiche di queste birre è il caso di dire "Laudato sì, mì Signore per sora nostra amata birra.." Grazie per avercele fatte conoscere! Un abbraccio

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  2. È vero Ornella sono dei posti magici quasi sovranaturali.Quando decidi di tornarci fammelo sapere che ti accompagno con immenso piacere.

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  3. che luoghi fuori dal tempo! pieni di fascino e atmosfera!! grazie per tutte le interessantissime informazioniii!! ho segnato tutto, con la primavera potrei organizzare un viaggetto da quelle parti e poi la birra...il mio Sa vuol già andare!
    grazieee!

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  4. Veramente ti sembra di tornare indietro nel tempo.Poi la birra è eccezionale.Da provare assolutamente.

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  5. ciao Anna, abbiamo in programma un evento con degustazione birra !! non conosco ancora la data certa ma se ti interessa, ti farò sapere !! bellissimo reportage !

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  6. Grazie Carola.Fammi sapere chissà forse riusciamo a combinare un incontro.Un abbraccio.Ciao.

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