sabato 6 luglio 2013

Pollo all' itacese da una antica cottura " al Κουποτò o meglio Κουποτάψι "

Itaca da sempre nasconde tesori inesauribili. Vecchie usanze e tradizioni riaffiorano come veri reperti archeologici. Questo il riassunto di una storia che vi vado a raccontare. Voi tutti sapete l'amore che mi lega a quest'isola. Dal primo momento che l'ho vista me ne sono innamorata. Non per altro il mio blog si chiama.................
"Itacanelcuore".
Il mio primo post è stato una dedica alla sua bellezza e alla sua cultura.tacanelcuore-annamaria.blogspot.it/2010/11/faraona-con-birra-trappista-alla.html
Muovendo i primi passi in questa nuova avventura, descrivevo un tipo di cottura tipica dell'isola, ovvero la Τσερέπα.
Poi sono passati gli anni, ma il tempo a volte fà brutti scherzi e quello che sembra esaurito, "già detto", torna alla ribalta come se fosse una "news". I maghi fanno uscire dal cilindro di tutto e di più, io dalla mia libreria.........faccio lo stesso. E allora da una voglia irrefrenabile di Itaca a un libro in mano, il passo è breve.
Prendo i due libri di ricette di questa fantastica isola, mi siedo in giardino e .........elaboro. Ad un tratto il mio occhio si sofferma ad osservare una ricetta dal titolo enigmatico. Leggo  Κοτόπουλο Κουπωτò. Scorro gli ingredienti della ricetta ma il Κουπωτò non è un ingrediente. E allora che diavolo è?. Vado tutta baldanzosa al pc ma........non ottengo nessuna risposta. Lo scrivo anche in greco, ma niente da fare. Forse il dizionario può venirmi in soccorso. Cerco ........ancora niente. Mi sa che devo continuare l'indagini. Allora decido di prendere informazioni su chi ha scritto il libro. Chissà forse ne ricaverò qualcosa di buono. 
Allora questo testo è stato scritto da  Χρυσούλα Ράζου. Nata nel 1929 a Itaca, emigra in Nuova Zelanda all'età di 19 anni. Lei e suo marito Θεοφάνης Ράζοσ non dimenticano però il loro luogo di origine e nel 1958 decidono di ritornare alla loro magica Itaca. Partecipa attivamente a movimenti per lo sviluppo dell'isola, sia in campo culturale che turistico. E' stata inoltre membro fondatore di una cooperativa agroalimentare, presidente di una assocciazione " il tesoro di Penelope " e fondatrice del museo del folclore di Itaca.
Bellissime le foto che la ritraggono da giovane in vecchi carnevali , da lei stessa organizzati. La cosa però che mi ha colpito di più di questa persona è stata la passione che sin da bambina " ha nutrito " per la cucina. Ha rubato con gli occhi vecchie casalinghe intente ai fornelli e ha memorizzato una miriade di ricette, che poi durante il periodo della Nuova Zelanda, ha riproposto ai suoi familiari e amici.
A un tratto però, ha capito che tutto questo non sarebbe bastato per preservare dall'oblio antiche usanze e ricette. Così, come dono alle proprie nipoti, ma in reatà all'intero pubblico "food blogger", ha deciso di raggruppare questi suoi ricordi, in un fantastico libro dal titolo " ΚΑΤΣΕΤΕ ΝΑ ΣΑΣ ΒΑΛΩ ΝΑ ΦΑΤΕ " che tradotto in italiano significa " Sedetevi vi metterò qualcosa da mangiare " , titolo che esprime chiaramente l'ospitalità greca. Qui però scopro tante cose ma....niente che mi riporta alla fatidica parola "Κουπωτò".
Scopro comunque che il mio libro è alla seconda edizione. Spiega anche che la stesura del libro è stata riveduta e completata in alcune parti, che risultavano mancanti. Tutto ciò mi rimanda a come venivano scritti i vecchi libri di ricette. Ingredienti senza le quantità, tempi di cottura indefiniti e..........ho capito perché. Certe cose una volta erano "sottintese", venivano da se......perché c'era la trasmissione orale, c'era l'osservazione diretta. Si guardava la nonna, la mamma quando cucinava e il tempo faceva il resto. Ora per la stragrande maggioranza manca tutto questo. Un mondo, che per me, dovrebbe essere rivalutato. " Chiusa parentesi ". 
Allora, mentre le speranze di venirne a capo, sembravano in via di esaurimento, ecco un piccolo spiraglio. Scorro le pagine e vedo un'altra ricetta  "Αρνί ή κατσίκι κουπώτο", ovvero agnello o capretto ........... Però, in fondo alla pagina, vedo un minuscolo asterisco e leggo: Κουπωτò ovvero Τσερέπα. Mentre credevo di aver raggiunto la meta, ecco che arriva " il diavolo guastafeste".
Lo vedo arrivare con il secondo libro di Itaca, di un'altro autore. " Ti ho trovato la soluzione ". " Lo so, lo so......" rispondo io " è la Τσερέπα ". " Ma quale Τσερέπα è il Κουποτάψι ". " Il Κουπο che?...". Rispondo io. " Devi sapere! ", notare l'aria di sufficienza " che il  Κουποτò sta per coperchio, ma mentre la Τσερέπα è un coperchio fatto di argilla e peli di capra, il Κουποτάψι è un grosso coperchio di metallo, con tanto di manico, del diametro circa di 50 cm".
Mi prende la mano e ci dirigiamo verso la casetta che funge da ripostiglio. " Vedi, quello è il........... Κουποτάψ". Sapevo che avevamo comprato " un arnese per cucinare ", ma non avrei mai immaginato che fosse il fatidico Κουποτάψi. E aggiunge, sempre con aria di sufficienza " vedi il Κουποτάψι si usa al posto della Τσερέπα perché è più maneggevole, non si rompe e non consuma legna, ma solo carbone, quindi più economico". " Ah! se non ci fossi io ". Non dico niente, ma in fondo è la verità!. 
Allora che aspettiamo, compiti divisi........come sempre.
L'aiuto chef al  Κουποτάψι e io al pollo.

Ingredienti: 1 pollo ruspante, 2 spicchi di aglio schiacciati, il succo di un limone e mezzo, 1/2 bicchiere di vino bianco, olio, un cucchiaio di concentrato di pomodoro, 2 pomodori freschi grattugiati, sale, pepe, origano, 4-5 patate tagliate a media grandezza, poco burro, poco aceto e poca acqua.


Preparazione:  Spalmare il pollo con l'aceto.
Mettiamo in una ciotola l'aglio, il succo del limone, il vino bianco, l'olio , il concentrato di pomodoro e i pomodori grattugiati, l'acqua , il sale , il pepe, l'origano e mescoliamo tutto insieme.
Con questo preparato spalmiamo l'intero pollo e le patate, precedentemente messe nel coccio di cottura.
Aggiungiamo un pò di burro.
Copriamo per la prima ora, con la carta argentata il coccio e mettiamolo sotto il Κουποτάψi già preparato, appena la brace è pronta.








Ora copriamo con la brace il Κουποτάψι sia di lato che sopra, facendo attenzione di mantenere sempre acceso il carbone.
Dopo circa un ora tirare fuori il coccio dal Κουποτάψi, verificare lo stato di cottura.
Quando manca poco, togliere l'alluminio per far rosolare e rendere croccante, ulteriormente il pollo.




















 
Mamma mia che profumino ragazzi.

 tutti a tavola a gustare il pollo al Κουποτάψι!!!!!!





Detto tra me e voi, ci credo che Ulisse, dopo tanto girovagare è tornato a Itaca..........e mica era stupido!

6 commenti:

  1. questo tipo di cottura si usa molto anche in Istria , è chiamato " PEKA ", buono il pollo fatto così!Passa da me, ho pubblicato un video che credo ti piacerà, amo tutta la Grecia ma lì è un posto speciale...buona domenica !

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    1. Bene bene cara amica adesso andremo alla ricerca della PEKA.
      Quanti modi di cottura esistono! Un grande abbraccio.

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  2. Che cottura fantastica! Mi ricorda un po' il metodo di mia nonna quando cucinava i dolci: vicino al camino acceso appoggiava il "testo" di rame sopra il treppiede e, sia sotto che sopra il coperchio, metteva le braci. Si doveva stare molto attenti perché troppo calore poteva bruciare la torta ma lei era bravissima! Per cui immagino il profumino e la bontà di quel pollo!!
    Qui, cara Annamaria, dove vivo adesso l'ospitalità a cui sono abituata, non esiste..Ognuno pensa per se e questo non mi piace..Ci si adatta e si spera che non siano tutti così!!
    Un abbraccio e buon inizio settimana e..come faccio l'aceto di rose?

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    1. Cara Ornella sono felice che la mia ricetta ti abbia fatto ricordare la tua infanzia. Mi dispiace che dove sei ora non ti trovi tanto bene in fatto di ospitalità. Ma sono sicura che con il tempo e con il tuo carattere saprai conquistare questa tua nuova terra. Anche se ti auguro di ritornare presto in Grecia.
      Per quanto riguarda l 'aceto di rose canine è molta semplice la sua preparazione. Raccogli le rose canine al mattino presto. Non serve lavarle se sono lontane da fonti di inquinamento e prodotti chimici. Togli i petali e mettili in un aceto invecchiato ( io ho usato un aceto di uve sangiovese invecchiato ) il tempo farà il resto, È sublime. Un grande abbraccio . A presto.

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    2. Grazie cara Annamaria! Ci proverò al più presto:-) Un abbraccio

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  3. Carissima, questo tipo di cottura è spettacolare!!! Grazie per il magnifico post!!!! Un bacio e felice serata

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