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Il mio viale delle camelie |
Questo mi è successo l'altro ieri. Ammiravo con soddisfazione le mie camelie. Le fotografavo, le guardavo e le riguardavo. Poi a un certo punto, quando con l'obiettivo della macchina sono riuscita ad inquadrarle tutte ho avuto l'impressione di trovarmi in un viale di camelie. E su questa foto in particolare ho cominciato a viaggiare con la fantasia. " chissà che mi racconta internet di particolare su questa pianta ? " mi sono chiesta. Dal quel momento il mio viaggio lontano, senza biglietto, ha avuto inizio.
Le prime tappe, devo dire che erano abbastanza conosciute, un pò come quando ci si allontana da casa, ma a una distanza minima, per cui tutto è ancora famigliare.
E così rispolvero un pò le mie nozioni di base.
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Marie Duplessis |
Che il nomignolo di signora delle camelie gli era stato dato, ancora prima di Dumas figlio, dalla fioraia personale, madame Barjon, per la gran quantità di camelie che comprava.
Madame Duplessis infatti era solita adornarsi di camelie. Per venticinque giorni al mese queste erano rigorosamente di colore bianco, mentre per i restanti cinque giorni erano di color rosso. E' a causa di questa donna che la camelia entra con forza nel mondo letterario con il romanzo scritto da Alexandre Dumas figlio. La storia fortemente autobiografica, racconta la breve vita di Margherite Gautier e i suoi amori. Lo stesso Dumas la ebbe come amante e con amore la volle immortalare per i posteri.Tante le curiosità su questo bocciolo di donna. Ad ogni prima di teatro era solita vederla apparire con tre cose che non la lasciavano mai: l'occhialino, un sacchetto di dolci e ovviamente un mazzo di camelie.Camelie che non potevano essere scambiate con un'altro fiore " Non si osi credere di uscirne impunito. Sai che il profumo dei fiori mi fa star male " Questa è una citazione tratta dal romanzo " la dame aux Camelia " di Alexandre Dumas. L'eroina, Margherite, appunto, apostrofa il suo spasimante che involontariamente la disturba regalandole un bouquet di fiori molto profumati.Margherite porta con se le camelie perché sono poco profumate e non la fanno tossire. Anche se il viaggio sembrava ormai giunto alla fine, un'altra realtà si faceva strada nella mia mente. La dame delle camelie non fu solo un romanzo tratto dalla vita di Marie Duplessis, Dumas dopo qualche anno lo adattò per il teatro e dopo un pò di censura, fu scoperto da Verdi che trasformò il tutto nella leggendaria La Traviata. E perché non scoprire qualcosa di più su questa opera? Non sono mai stata una appassionata di questo genere di di musica anche se le storie che ispiravano queste liriche mi hanno sempre affascinato. E così vengo a sapere di un aneddoto curioso che vale la pena di raccontare.New York 1908: grande successo di Madame Tetrazzini appunto nella Traviata.Il pubblico è impazzito per questa cantante dal forte accento toscano e forte personalità.Chiede tutti i bis che è possibile chiedere. E così alla fine di una prova chiede di farsi recapitare in teatro qualcosa da mangiare per poi essere libera da impegni dopo la rappresentazione. Immaginate con quale patema d'animo si deve essere sentito il cuoco ( di origini italiane ) a dover soddisfare un palato così esigente.E invece con immenso stupore il piatto di spaghetti fu così tanto gradito dalla cantante da fare questa volta lei il bis.Il risultato divenne evidente nel momento della scena finale della Traviata. Il suo coprotagonista tenta di sollevare la Violetta morente, ma all'improvviso cede la presa e il tragico finale si trasforma in una risata collettiva.Seppe più tardi che da quanti spaghetti aveva mangiato la Tetrazzini non era riuscita nemmeno a mettersi il corsetto. Da allora questo piatto si chiamò Spaghetti alla Tetrazzini. Ricetta ovviamente subito riprodotta da me, Anche perché a forse di camminare e camminare per strade e stradine un pò di fame mi è venuta.
I miei ricordi del tempo passato |
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Il mio carillon |
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Madame Tetrazzini durante una prova |
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La Tetrazzini mentre si rifocilla |
SPAGHETTI ALLA TETRAZZINI:
250 gr. di petto di tacchino saltato con poco burro e tagliato a listarelle sottili, gr. 500 di spaghetti spezzati, cotti al dente e scolati, gr. 100 di funghi affettati e rosolati, gr. 50 di mollica di pane fresco, 5 cucchiai da tavola di parmigiano grattugiato.
Per la salsa: gr. 30 di burro, 3 cucchiai da tavola di farina, 250 ml. di panna, 3 fettine di cipolla, 1 ciuffo di prezzemolo riccio, 2 foglie di alloro, sale, pepe, noce moscata e chiodi di garofano.
PREPARAZIONE:
Preparare la salsa con il burro, la farina e la panna, aggiungete la cipolla, il prezzemolo. la foglia di lauro ed i chiodi. Passatela al setaccio, insaporitela con il sale e pepe nero ed un pizzico di noce moscata. Rimettetela sul fuoco e quando il composto sarà vellutato e bollente, incorporatevi il tacchino, gli spaghetti ed i funghi.
Versare tutto in una pirofila da forno. A parte ammorbidite la mollica con un cucchiaio di latte e aiutandovi con una grattugia, spolveratela sulla pirofila: preriscaldate il forno a 190° , spolverate col parmigiano e fate cuocere per 10-15 minuti, fino a quando si sarà formata una crosta dorata. Servite immediatamente. Questa ricetta è stata fedelmente riportata, senza omettere niente. Credo che sia interessante scoprire gli usi e i costumi in cucina dei primi del novecento.
Spaghetti alla Tetrazzini |
La cena della signora delle camelie |
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Le violette spontanee |
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Le violette ospitate |