mercoledì 28 settembre 2011

Tutte le strade portano a Itaca. Unico bagaglio tanti semini di carruba

Non è semplice cercare di spiegare questo titolo, anche perché stavolta sono partita dalla fine del discorso più che dall'inizio e tra un po' capirete perché. Una delle tante mete greche di qiest'estate è stata Galaxidi, un paesino che si trova nella Grecia centrale, vicino a Delfi. Devo dire che tutte le cose non organizzate risultano sempre le migliori. Eravamo da quelle parti a gironzolare un po', quando mio marito alla guida vede il cartello stradale che indicava il luogo in questione e dice " andiamo a vedere Galaxidi ? " rifletto una frazione di secondo e rispondo subito di si. Quello strano nome mi evocava un non so che di stelle, galassie e via dicendo. Non potevo sapere quanto vera era questa mia sensazione, visto che Galaxidi mi è apparsa da subito come un universo a sè.
 Parcheggiamo nel porticciolo tra oche che passeggiano in tutta tranquillità. Sembra di essere tornati indietro nel tempo, sensazioni strane, forti pungono il mio stato d'animo, tutto parla di mare e non è per niente strano che una delle origini del suo nome sia proprio " il luogo del culto dei mari " . Questo piccolo paese ha una storia emozionante e interessante, tanto interessante che sarebbe un peccato ridurla in un piccolo riassunto. Preferisco rimandarvi ad un link che sono sicura vi rapirà al cento per cento.http://www.greece.org/poseidon/work/maritime-centres/galaxidi.html
Tornati dal mio rimando mediatico? bene così potrete capire meglio perché descrivo Galaxidi con questa enfasi. Sembra ancora di vedere antiche navi con i loro capitani e non mi stupirei più di tanto se incontrassi un pirata. Bene forse è il caso di tornare " con i piedi per terra " e cosa c'è di meglio di vagabondare tra negozietti vari ? eccone subito uno a comando , il nome non lo ricordo ma vi assicuro che risulta alla prima impressione meritevole di una “ capatina " . Entriamo e non sappiamo da che parte incominciare a guardare, tante sono le cose interessanti che ci sono al suo interno. Olio, vino, pasta, spezie e .........farine di tutti i tipi.
Una ci colpisce più delle altre: farina di carruba. Questo nome non mi è nuovo. Forse mi sono sforzata così tanto nel cercare di collegare carruba a qualcosa di conosciuto, che la mia domanda si è stampata nel viso prima ancora che sulla bocca, al punto che il mio compagno dice " la carruba, ti ricordi i baccelli che abbiamo preso a Itaca ? "  Oh! finalmente ci sono " e allora la compriamo sicuramente " rispondo io. Cosa c'è di meglio di un luogo che ti affascina se per di più ti rimanda ad un'altro posto che ti affascina ? penso proprio niente. Così tra varie altre cose usciamo dalla stiva di quel negozio con il magico sacchetto. L'azienda che produce questa farina si chiama " i mulini di Pantazis e si trova a Megara. Da tre generazioni operano nel settore della raccolta e macinatura dei cereali e ora hanno rimesso in funzione il vecchio mulino in pietra, per creare prodotti dai sapori antichi di una volta.http://ebloko.gr/myloi_pantazh

Che peccato  bisogna ripartire, la strada per Atene è tanta, se fosse per me rimarrei anche la notte, pensa questo porticciolo illuminato solo dalle stelle, ma il cammino deve continuare........purtroppo. Un 'ultimo sguardo a questo angolo di paradiso dove anche le oche hanno la loro bella casetta in mezzo al mare con tanto di canotto per quando non hanno voglia di nuotare. Spero di ritornare presto, magari durante la festa del lunedi pulito ( l'ultimo giorno di carnevale ) , quando si svolge la famosa battaglia della farina colorata, tanto per rimanere in tema. Intanto le vacanze finiscono e si ritorna a casa. Anche la farina di carruba è tornata insieme a noi, ma per un insieme di cose finisce nel dimenticatoio della nostra dispensa, fino a quando una mia grande amica greca Vita del blog Cretangastronomy scrive un post straordinario sulla carruba.http://cretangastronomy.blogspot.com/2011/09/blog-post_14.html
Ecco perché questo prezioso ingrediente non usciva ancora dalla credenza della cucina, perché aspettava di essere utilizzata per un'occasione molto particolare. Vita nel suo blog fantastico e invito tutti voi a visitarlo perché eccezionale è dir poco, fa una bellissima recensione sulla carruba e dopo aver descritto una ricetta con questo ingrediente, invita a tutte le persone che la seguono, ad inviarne altre, così come desiderio personale. E allora perché non accontentarla con un primo, visto che l'Italia è la patria della pasta. Quindi......... " Ravioli di carruba in salsa di formaggio cretese ".
Ingredienti: per la sfoglia : 150 gr, di farina di carruba, 600 gr. tra farina di grano duro e farina di semola, 6 uova e sale.
Per il ripieno: 700 gr. di ricotta di mucca, funghi secchi ( io ho utilizzato un preparato per la zuppa di funghi ) proveniente da Grevena, 1 uovo, sale , pepe e formaggio grattugiato ( io ho utilizzato ovviamente la gruviera cretese ).

Per la salsa: burro, formaggio gratugiato grosso ( lo stesso del ripieno ), panna ( io ho utilizzato quella ai funghi e salvia ( del mio orto ).

Preparazione:


 Innanzitutto prepariamo il ripieno, per dare il tempo che si raffreddi per poterlo utilizzare meglio durante la farcitura dei ravioli. Prima di ciò mettiamo il preparato di funghi in mezza tazza d'acqua , per farli gonfiare. A cosa fatta prendiamo una pirofila, mettiamo tutti gli ingredienti, amalgamiamoli bene e scaldiamo il tutto solo un attimo sul fuoco, facendo attenzione a non cuocere l'uovo.



Fatto ciò mettiamo il composto così preparato in frigo. Ora prepariamo la pasta. Sulla spianatoia mettiamo la farina ( precedentemente mischiata ) a fontana, aggiungiamo le uova, un pizzico di sale e lavoriamo il tutto fino a a che la sfoglia non risulti della giusta consistenza. Con un bicchiere a mò di stampo creiamo dei tondi che andiamo a farcire con il ripieno, in modo che, ripiegandoli su se stessi, diventino delle semilune. Mentre la pasta si cuoce prepariamo la salsina. In una larga padella fare sciogliere il formaggio , tagliato a scaglie, il burro e la panna. Poco prima di togliere dal fuoco aggiungere la salvia. Con questo sughetto, condire la pasta e ...........................uhm!  ma è proprio buona. Tanto che tutti a tavola diciamo " è da rifare ".
Ora a cosa fatta devo tornare al titolo. E' proprio vero che tutte le strade portano a Itaca.
Itaca intesa come strada, cammino ma, in questo caso più che mai Vita.
Visto che è a Vita di cretangastronomy la  dedica di  questa mia ricetta.

lunedì 5 settembre 2011

In vacanza con il basilico del Monte Athos

No, questo titolo non è una trovata fantasiosa per attirare a mò di pubblicità più gente possibile alla lettura del post, ma sacrosanta verità e se seguirete il racconto ve ne accorgerete.
Vacanze estive, ottima partenza dal porto di Ancona fino a Patrasso ed arrivo alla nostra casettina a Kalamos ( Attica ) per goderci un pò di relax in famiglia.
Il bello di questi paesinini che io chiamerei " stagionali " perchè quasi esclusivamente abitati in estate, hanno un sacco di caratteristiche veramente pittoresche.
Una di queste è il continuo peregrinare di ambulanti, che con il loro furgoncino, passano davanti ad ogni casa, proponendo la loro merce o anche il loro mestiere.
Si servono di un autoparlante o anche solo di un microfono molto rudimentale per dichiarare o meglio urlare offerte a non finire. Il guaio è che ovviamente parlano in greco e quindi tutte le volte che arrivano nei nostri paraggi ho bisogno del traduttore personale per capire qual'è il magico carico in questione.
Così scopro che vendono terra di castagne, altre volte legna da ardere oppure si offrono per svuotare cantine o per piccoli lavoretti, insomma diciamo che sono abbastanza intelligenti nel proporre cose o aiuti vari a chi dopo quasi un anno riapre la propria casa.
Una mattina nel solito vagabondare di questi urlatori un qualcosa mi incuriosisce più del solito.
Capisco che si tratta di basilico, ma la parola che la precede non riesco a decifrarla bene, anche se non mi è del tutto sconosciuta. Esco dal bagno e chiedo al mio interprete " di che basilico stà parlando ? " prontamente risponde " basilico del Monte Athos " , " basilico del Monte Athos ? .........Ti prego ti prego ti prego fermalo subito...... lo voglio, lo voglio , lo voglio.......! E così con gesto rapido ed efficace blocca l'ambulnate e in men che non si dica due belle piantine di basilico sono nel nostro giardino. E già si tratta di due piante, perchè una cresce per larghezza, mentre l'altra diventa alta.
" Adesso mi devi spiegare che ce ne facciamo di queste piante, lo sai che quando partiamo da quà continuiamo la vacanza per un'altra settimana......e le piante dove le mettiamo ? " Non lo so , in qualche modo farò, fammici pensare su " rispondo nervosamente.
Intanto passano i giorni e le due piantine si fanno ogni giorno più belle e più profumate.
Ogni volta che le vedo mi sembra di possedere un prezioso tesoro, pensando da dove vengono. 
Arriva la nostra partenza e al basilico del Monte Athos viene a far compagnia anche quattro piantine di basilico di Volos e una gardenia di Pilio. La faccenda si fà sempre più complicata. Alla fine arrivo alla conclusione dicendo " ma insomma e chi và in giro con gli animali come fà ? non si deve trovare il posto adatto, l'acqua e tutto il necessario che serve loro ? faremo finta che sia così........ o almeno ci proviamo." Così carichiamo tutti i nostri bagagli e le nostre piante, alle quali abbiamo già dato la loro prima razione di acqua.Le bottiglie di plastica ovviamente sarà meglio che ce le portiamo con noi per riempirle alla prima fontana di passaggio.
Ovviamente aria condizionata in macchina, con il finestrino dietro tirato giù di poco.
Prima tappa Mistrà (anche se solo di passaggio). Devo dire che questo posto è meraviglioso a dir poco. Ci credo che è stato dichiarato patrimonio dell'Umanità dall'Unesco.http://it.wikipedia.org/wiki/Mistra.
Una bella fontanella sgorga da un albero, meglio fare rifornimento. Peccato che abbiamo poco tempo e bisogna proseguire. Direzione Monemvasia. Meglio avviarci prima che diventi buio. Intanto con il vento serale arrivano da dietro la macchina dei forti sentori di basilico, niente di più rilassante.
Eccoci varcare il ponte per Monemvasia, uno splendore di paesaggio. Devo dire che siamo anche fortunati, visto che al primo tentativo riusciamo a trovare un' ottima sistemazione per i due giorni che decidiamo di rimanere là.http://www.lazareto.gr/
Un insieme di stanze e appartamentini costruiti sulla roccia, formano un piccolo paradiso, dove ovviamente anche le nostre piantine trovano più che sollievo. Tirate giù dalla macchina e sistemate insieme alle altre dell'hotel sembrano essere state li da sempre. Un pò di acqua minerale, in mancanza di acqua corrente può far solo bene al nostro basilico. Poco importa se l'acqua costa di più delle piante.L'importante è portarle a casa sane e salve.Passano anche i due giorni e si parte alla volta di Kythera un isola che si trova nel sud della Grecia, tra il Peloponneso e Creta. Si carica di nuovo il prezioso bagaglio vegetale e via da Neapoli con il ferryboat alla volta dell'isola di Venere. Anche qui i santi ci aiutano per l'ottima sistemazione che siamo riusciti a trovare.L'hotel Porto delfino si trova nella località di Kapsali ( il porto della capitale dell'isola ).http://www.portodelfino.gr/it/alberghi.php 
A me stà venendo il dubbio che le piante abbiano già da prima prenotato l'albergo. E dal panorama che si vede dal nostro balcone personale credo proprio che sia così. Devo dire che l'aria isolana conferisce sicuramente alla sopravvivenza dei nostri esserini " Quattro zampe......ehm! volevo dire Quattrocento foglie ". Il giorno prima della nostra ripartenza mentre ci trovavamo in un bar su una delle innumerevoli spiaggette, vediamo una pianta stranissima. Sembra esotica e i suoi fiori piccolissimi e gialli hanno un profumo agrumato da far paura. Uno scambio di sguardi e di li a poco un ramo di questa è già dentro la macchina.
Se vive là con il vento che tira " a forza mille " non è detto che non viva da noi. E così tornati nell'albergo, prendiamo una pianta di basilico, la mettiamo dentro la vasca da bagno, inumidiamo un pò il terreno e creiamo un piccolo spazietto per la nuova ospite. Della serie " se campa, campa . Non paghi di ciò quando pensavamo che su tutta l'isola non c'era un vivavio, ecco che all'improvviso ci compare davanti, come una oasi sul deserto. Purtroppo il cancello è chiuso, ma voi credete  che basta un cancello serrato per abbandonare i nostri pensieri bellici. Eccolo là in nostro aiuto un bel cartello con tanto di telefono cellulare che ovviamente non tardiamo a comporre. Di lì a poco un fuoristrada arriva con il titolare e consorte della piccola impresa.
L'intento iniziale era quello di comprare un vaso con una foggiatura tipica dell'isola, ma ovviamente......E così ci carichiamo di due piccole piantine di gelsomino dal fiore strano " assomiglia a una piccola rosa " , una specie di gelsomino dal fiore allungato e..........la fatidica pianta sorella di quella estirpata la mattina stessa ( ci dicono che viene da Rodi ). La mattina del giorno seguente ci svegliamo quasi all'alba per sistemare l'innuerevole bottino. E' inutile dire che le piante non sono l'unica merce comprata  e così insieme a basilici, gelsomini e via dicendo fanno sfoggia di sè anche vari e multipli prodotti enograstronomici. Arriviamo al porto e nel frattempo che aspettiamo la nave, mangiamo qualcosa e notiamo sulla spiaggia dei bulbi radicati nella sabbia con dei splendidi fiori bianchi. Chissà cosa saranno ? coltellino a disposizione e via con l'ultima refurtiva. Intanto ci si imbarca e da Neapoli arriviamo a Naplio , un amore di città.http://en.wikipedia.org/wiki/Nafplio Sono sicura che in questo viaggio qualche santo del monte Athos abbia guidato la nostra macchina. Guardate il panorama della nostra finestra. Per ovvi motivi non scarichiamo le piante dalla macchina ( penso che ancora eravamo li ) provvigione di acqua fresca garantita e via per l'ultima sera in terra greca. L'indomani mattina si parte per Patrasso. A me l'esperimento delle piante in vacanza sembra riuscito, aspettiamo l'arrivo in Italia per conferma.
Che vi dicevo basilico & company in ottima forma. Mia madre ci guarda un pò stravolta perchè non riesce a capire come faceva ad entrare tutte quelle cose dentro la nostra macchinina ( che per me si allunga al bisogno ). Omaggiamo subito la statua della nostra madonna con il basilico vacanziero, niente di pi' sensato e sentito visto che il monte Athos è considerato da sempre il giardino della Madonna. Però dopo tutto questo peregrinare non si può non scrivere in qualche modo qualcosa che rimanga ai posteri. Non parlo della vacanza all'insegna del pollice verde ma di qualcosa di più tangibile. Ecco dunque la ricetta del pesto con il basilico del monte Athos.
Ingredienti principali: Basilico ( lavato e asciugato su un canovaccio , i nostri pinoli dalle nostre pigne, sale in grani di Kytira, aglio (1 spicchio ogni trenta foglie , sempre di Kytira), olio ( aromatizzato da noi con il basilico ), pecorino sardo e parmigiano reggiano e un mortaio di marmo con pestello di legno. 
Preparazione: preparare volta per volta nel mortaio il basilico, 1 spicchio di aglio e il sale. Ruotare il più dolcemente possibile il preparato per non traumatizzare in maniera eccessiva il basilico. Evitare di sbattere.Versare in una tazza capiente e coprire con dell'olio per evitare che il basilico diventi scuro. Terminati gli ingredienti metterli nella pirofila che poi servirà per condire la pasta, aggiungere i pinoli (leggermente pestati) e i due tipi di formaggio grattugiati.
Aggiustare di olio per rendere il composto il più cremoso possibile.

Posso dire solo una cosa, a me sembra di essere ancora in vacanza.
Grazie ai santi, al basilico e anche un pochino a noi per la testardaggine avuta in questa impresa e ovviamente a tutte le persone che vorranno con grande pazienza cimentarsi nella lunga lettura di questo forse un pò troppo lungo post. Arrivederci e a presto.