Una grande libreria tibetana, piena di libri di cucina è un
po’ come un grande baule di noce o d’abete consegnato a mo di dote nuziale alle
giovani spose di un tempo.
Certo non sono testi antichi, ma ironia della sorte,
nascondono a volte nel loro interno, vecchi manoscritti.
E allora mi sento come una sposa appena diventata, che
assieme al corredo, alla veste nuziale, alla candela benedetta, scopre nella
vecchia cassa, ricette di cucina di secoli di vita.
Questa è la storia che vi vado a raccontare.
Tutto ha inizio venerdì pomeriggio, quando usciamo dal
nostro macellaio di fiducia, con una bella anatra “ sottobraccio “.
“ Come la facciamo,come non la facciamo ?..........”.
Il vecchio baule |
Tappa d’obbligo la grande libreria di cui sopra.
Apro, sfoglio, chiudo e sfoglio testi di continuo fino a quando non mi imbatto in uno dal titolo
La casa dell'anitra |
L'anitra trentina |
“ Il Bauer, cucina, tradizioni, ricette della cucina
trentina“. Adesso che ricordo è un libro che ho comprato diversi anni fa, meta
i mercatini natalizi.
Di primo acchito dà l’idea di una semplice raccolta di
ricette, ma invece non ha niente a che spartire con tutto ciò.
La mia curiosità si fa più viva quando scopro una sezione
dedicata a 12 menù.
Ma non sono menù tanto per dire, sono interi pasti ricavati
da un antico ricettario del 1800 di Anna Tamanini.
Penso che sicuramente si deve trattare di una famosa cuoca
dell’epoca, per essere riportata così ampiamente nel Bauer, soprannominato “
l’Artusi della cucina trentina “.
Ma……. Rimango di stucco, quando dopo un in giorno intero di ricerca su internet
ottengo risultati 0.
Niente da fare, questa Anna Tamanini sembra essere stata
rispolverata dai coniugi Bauer per poi scomparire di nuovo.
Dovete sapere che Carlo Alberto e Anna Lucia Bauer avevano
iniziato nel 1966 un grande lavoro di ricerca sulle ricette della cucina
trentina. Le loro scoperte apparivano ogni settimana, sul quotidiano “ L’Adige
di Trento “.
Il Bauer |
Dal quotidiano al libro il passo fu breve. Un passo che dura
tuttora, visto che, nonostante la scomparsa degli autori, a oltre 40 anni dalla
sua nascita, è giunto alla 5 edizione.
E’ solo nell’edizione del 1980 però, che compare il repertorio dei 12 menù
estratti dal manoscritto ottocentesco di Anna Tamanini.
Sulle fonti del Bauer viene riportato infatti come “ libro
di cucina della gastronoma trentina Anna Tamanini manoscritto e datato 15/
dicembre 1891 “.
Le ricette vengono presentate anche durante delle
trasmissioni radiofoniche e Anna raggiunge un successo inaspettato in tutte le
vallate del trentino.
Purtroppo non sono riuscita a scoprire qualcosa di più su questa donna
arrivata ai giorni nostri attraverso lo scritto delle sue ricette, narrate con
semplicità e amore.
Fortunatamente la stesura delle varie preparazioni non è
stata modificata. Sue sono le parole, suo quell’incedere elegante e nello
stesso tempo chiaro di stile di
scrittura.
Così non potendo approfondire su questa cuoca misteriosa,
cerco di scoprire qualcosa di più sui ricettari in genere.
Vengo a sapere allora che, dal medioevo a buona parte
del’ottocento, nessuna donna era ritenuta all’altezza di svolgere i lavori di
cucina, dove si preparava cibo di un certo livello.
Le pratiche di cucina, comprese le tecniche di cottura e i
trucchi del mestiere, vengono riportate da prima oralmente e poi trascritte nei
primi ricettari e passate come prezioso bagaglio, da padre a figlio. Pentole e
fornelli, un lavoro esclusivamente da maschi.
Alle donne spettava solo il ruolo di “ sguattera “. Poteva
solo sbirciare tra pentole varie e
“rubare con l’occhio”.
Questa era la realtà lavorativa di allora, ma a casa le cose
cambiavano. Era la donna infatti, ad occuparsi del cibo per tutta la famiglia.
Era lei che pensava al modo migliore per sfamare i suoi cari.
A un certo punto però, le cose cominciano a cambiare. I
nobili sono costretti a ridurre il numero dei servi e così molte sguattere
vengono convertite in cuoche ( il loro salario era inferiore a quello degli
uomini ).
La cipolla empita di aromi |
Ecco che le donne passano “ di grado “, diventando ottime
chef.
Ingredienti poveri si uniscono a cibi ricercati dando vita a
una nuova cucina dai sapori più ricchi e veri.
Ora è la donna che inizia a trascrivere il suo sapere.
Ricette che faranno parte non solo del mondo dei signori, ma anche della
propria famiglia. Ricette che verranno tramandate di generazione in generazione
e spesso passate come dote alla propria figlia che si sposa.Ritrovo in queste
mie parole un po’ di Anna Tamanini. Si ! è così che la voglio ricordare, come
una cuoca ( magari al servizio di signori ) che nel 15/ dicembre del 1891
decide di scrivere le sue ricette per prepararle alla dote della figlia che si
sposa.
L'anedra |
Brandelli di storie che purtroppo rimarranno ancorate alla
fantasia che cerca di rimpiazzare i tasselli mancanti !
L'anedra rosata |
E’ vero, alcuni tasselli non ci sono più, ma che importa se
rimangono comunque le parole del suo manoscritto.
Pane trito |
Voglio lasciare la ricetta così come è, senza cambiare
neanche una virgola.
Anedra in cottura |
Basterà copiarla, lasciando a voi il compito di interpretazione.
Grazie |
Un interpretazione non tanto per la spiegazione della
preparazione e cottura della pietanza, quanto invece per il modo di scrivere,
dell’esporre i pensieri.
Chissà forse insieme potremmo scoprire qualcosa di più e
riportare alla luce l’identità vera di una donna che ancora ci sta parlando a
distanza di secoli.
Il mio manoscritto |
Ricordando |
Un pensiero per te |
Uffa !.............ancora fantasia……………ma chissà.
“ Anedra in umido
“
……………………………………………………………………………………………………………………………………………
Metti all’interno nell’anedra [ anitra ] dopo
averla ben pulita, una cipolla grossa già empita di aromi, poi cuocila in una
casseruola con burro, poco lardo e falle acquistare colore rosso.
Indi prendi pane
trito e coll’unto dell’anedra fallo friggere dentro una padella.
Poi mettevi tre bicchieri di vino bianco e
buono, poche erbe aromatiche e dopo pochi momenti di bollitura getta ogni cosa
nella casseruola dell’anedra.
Ma prima getta via tutto l’unto e mettevi
brodo se il vino bianco non è bastante, per cuocerla bene avanti di portarla in
tavola con un poco di umido dentro.
Anna Tamanini