UN FAZZOLETTO DI TERRA PER SAN CIRIACO
le fave piccole piccole |
la fava un po' più grossa |
la fava sotto la neve |
Fin qui dunque tutto bene, periodo azzeccato ma………..
le fave cresciute |
Nel frattempo un po’ di storia sulla fava non potrà che far
accrescere il desiderio di poter raggiungere un buon risultato finale.
un bel baccello |
Sorprendente era l’avversione di Pitagora e dei suoi
discepoli. Pensate che il filosofo in fuga dagli scherani di Cilone ( Crotone
) preferì farsi raggiungere e
uccidere, piuttosto che attraversare un campo di fave e mettersi in salvo. Al
contrario scopriamo invece che durante la Pyanòpsia, una festa rustica, veniva
preparata e mangiata una zuppa rituale
con questi vegetali.
campo di fave |
Forse l’utililizzo delle fave nelle celebrazioni dedicate ai
defunti sembra derivare dal colore dei suoi fiori, che risultano bianchi ma
macchiati di nero, colore molto raro nel mondo vegetale e da sempre simbolo di
morte. La cosa più curiosa inoltre è quella di venire a sapere che le macchie
del fiore vengono a formare la lettera tau greca, ovvero la prima lettera della
parola thanatos, che significa appunto morte.
E anche qui arrivo non in ritardo, ma di più visto che
quando scopro tutto ciò dei fiori delle fave nel mio campetto, ne sono rimasti
ben pochi.
In tutta questa storia di leggende e superstizioni anche gli
antichi romani non sono da meno.
Spargevano il feretro di fave, durante il funerale, mentre gli
schiavi buttavano i baccelli
dietro alle loro spalle, come lamento per la morte del loro padrone.
Fortunatamente ci pensa Apicio a ritirare su il morale di questi
poveri legumi, tanto da dedicargli, nel suo De res co quinaria, alcune ricette,
in cui le consiglia addirittura accompagnate a uova, pepe e miele.
Quello che alla fine risulta importante, al di là di tante
storie, è che la fava diventerà uno dei cibi preferiti della povera gente ed è
così che la vorrò rappresentare nella mia tavola. Semplice e genuina. Ma di
questo ne parlerò tra un pochino.
A questo punto so già cosa state pensando “ ma che c’entra
il Ciriaco del titolo, con tutta questa storia delle fave ? “.
Dovete sapere che San Ciriaco è il protettore delle fave ?
no !!!!! San Ciriaco è il protettore di Ancona e viene festeggiato il 4 maggio.
Dal I maggio ( giorno del suo martirio ) nella mia città si svolge la fiera
detta appunto di San Ciriaco o meglio San Ceriago ( in dialetto ). Anche qui
avrei tante cose da dirvi, ma credo che mi sono fatta prendere un po’ troppo la
mano dalle fave in questione e non vorrei farvi prendere le ferie per poter
leggere il mio post. Ci saranno altre occasioni per approfondire l’argomento.
Intanto da quel lontano novembre ne è passato di tempo. Ma
quello che devo dire è che niente, neanche la neve ( o meglio nevone ) ha
impedito la buona crescita delle piantine.
si avvicina la raccolta |
ci siamo!!!!! |
il cesto colmo colmo di fave |
primo piano del cesto di fave |
baccello con 7 fave ( simbolo di fortuna ) |
che belle eh? |
Un tempo quando le cose erano semplici e ci si divertiva con
poco, perché tutto faceva festa.
E’ proprio così. Devo pensare assolutamente a qualcosa di
estremamente semplice per queste fave. Mi viene in aiuto un vecchio libro di
cucina marchigiana, scritto negli anni 70 da un insegnante Nicla Mazzara
Morresi. E’ un testo introvabile, una piccola chicca da tenere sotto vetro.
Purtroppo non è mio, mi è stato dato in prestito da una persona eccezionale,
grande cuoco, grande conoscitore di tante cose e soprattutto nostro amico. La
scrittrice appassionata della sua terra, le Marche, pensa bene di raccogliere
tutte le, usanze e ricette tramandate fino ad allora oralmente, della realtà
contadina e per fare ciò gira in lungo e in largo la campagna marchigiana. Il suo saggio intento è preservare
tutto questo dall’oblio , visto che già in quegli anni la civiltà contadina
stava quasi scomparendo del tutto. Grazie a lei se molte di queste cose si sono
salvate. Prometto di trascrivere i passi più importanti di questo testo, prima
di riconsegnarlo nelle mani del suo legittimo proprietario, promesso !!!!!!!!!
Ora dopo tanta teoria passiamo alla meritata pratica.
Innanzitutto provvedo a dividere le fave per lasciare quelle più tenere da
mangiare con il pecorino. Modestamente anche quelle più grosse risultano poi
tenerissime, ma tanto una divisione bisognava pur farla.
mentre aspettiamo che diventino n'greccie |
Le due ricette prevedono la stessa fase iniziale, ovvero lo
sbollentarle appena nell’acqua per mantenere il più possibile la tenerezza e il
profumo.
La prima ricette si chiama appunto “ Fava n’greccia “ e
rappresenta un mangiare antico della località di Macerata.
a Nicla Mazzara Morresi |
Appena scolate le fave vengono condite con olio ( io ho
usato un olio abbastanza fruttato ), pepe, sale , aglio tagliato fino fino e
menta ( del mio orto naturalmente ).
E una è fatta, passiamo alla seconda dal nome “Cuticusu”.
fave "n'greccie" |
cioccolato con le fave di cacao |
fave " cuticusu " |
Cari amici non vi dico un’assurdità ma quello che abbiamo
mangiato il primo maggio avrebbe fatto risuscitare anche San Ciriaco. E’ proprio
vero la semplicità è una grande
cosa.
particolare del Duomo di San Ciriaco |
Grazie Nicla
E soprattutto grazie Augusto.
Oh Annamaria!! Quando ho visto l'aggiornamento ho avuto un tuffo al cuore!! Come sono contenta di leggerti di nuovo: mi sei mancata sai? E che bel post, che bella esperienza e...che belle fave!! Quelle che trovo qui, dal fruttivendolo gioielliere, oltre ad essere care come il peccato, sono anche di un brutto!!...mi fanno proprio tristezza e non mi viene voglia di comprarle. Pensare che fave e pecorino era il mio piatto primaverile preferito. Lo aspettavo con ansia tutto l'inverno. Pero' la tua ricetta con le acciughe la voglio proprio provare!! Bentornata Annamaria, mi hai rischiarato la giornata!
RispondiEliminaAnnamaria carissima non avevo visto l'aggiornamento!! Ho scoperto con grande gioia che sei ritornata dal commento che mi hai lasciato! Che felicità rileggerti...Quante belle cose ho imparato anche oggi! Le fave mi piacciono molto e sono contenta che hanno perso l'alone funebre nel corso dei secoli :-) Quel cesto pieno è stupendo, complimenti per l'orticello, per la raccolta e le meravigliose ricette! Un abbraccio grande
RispondiEliminaeccoti!!!
RispondiEliminacon le tue meraviglieeee, i tuoi racconti coinvolgenti, le tue ricette splendide!!!
hai ragione la semplici è una grande cosa!!!!
adoro le fave!!! mia nonna spesso le cucinava con il finocchietto...quanto mi piacevano!!!
e a volte anche con la menta...che mi hai fatto ricordare!!!!
bellissimo quel libro! devo segnarlo per vedere se riesco a trovarlo!
ah la cosa più importante!!! mi sei mancataaaa
ti ho pensato tanto!!
baciiiii
How wonderful to see you posting again. What a wonderful post regarding these beans. Did you know that they were also used when voting? In Greece we still have the saying "koukia metrimena" which means (for your readers) that the beans (votes) have been counted and metaphorically it means that one prepares well for something or that he makes precise calculations before doing something... I must confess that I have never eaten fresh broad beans and it is something I want to try soon.
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